La chiave di lettura del volume è immediatarnente offerta dai curatori nelle prime righe della "Prefazione"
(P. Farmhouse Alberto - D. Paniagua, pp. 7-9): la tarda Antichità e il primo Medioevo occidentali sono srati epoche di consapevole
transizione e non di transito inerte; in esse ci si è fatto carico di comprendere, recepire e trasmettere alle generazioni successive
ii vasto patrimonio culturale ereditato dall' antichità classica. Periodo di trasformazione, i cinque secoli successivi alla caduta
di Roma sono stati connotati dalla compresenza costante di istanze di conservazione e di innovazione, di continuità e di cambiamento:
proprio per questo monvo, la creazione di modelli letterari e culturali nuovi a partire da quelli passati ha richiesto, complessivamente,
una profonda erudizione da parte dei molti interpreti, o autori, della trasformazione. Su questo sfondo comune sono chiamati a muoversi, in una ideale comunità di intenti, gli studi raccolti nel
volume. Tredici contributi in cinque lingue, di contenuto eterogeneo e differente approccio disciplinare, ascrivibili nel complesso
a due tipologie di studio: l'analisi della tradizione materiale delle opere antiche, da un lato, e quella delle forme e delle
destinazioni d'uso dei testi classici, dall'altro (con particolare interesse per la produzione enciclopedico-lessicografica). La comunità di cui gli studi in questione sono l'esito non è tuttavia solo ideale: all'origine del volume si
trova infatti un progetto di collaborazione scientifica di piu ampio respiro tra gli specialisti dell'età tardoantica e altomedievale.
Promosso nel 2009 da Carmen Codoner, tale progetto è proseguito a varie riprese prima e dopo la pubblicazione del volume, coinvolgendo
in particolare le Università di Salamanca, Lisbona e Milano e sviluppando una rere accademica effetriva che ha coinvolto la maggior
parte dei collaboratori del volume. E questa collaborazione di lungo periodo a certificare,in ultima analisi, la profondita dello
sguardo d'insieme proposto dall'opera.
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