Il volume in analisi è costituito da una miscellanea di studi relativa alla
poesia tardolatina e dedicati all'analisi dei motivi erotici in essa presenti: si
tratta in realtà della pubblicazione degli interventi tenuti dell'ottobre 2015
in un ciclo di conferenze dal titolo "Ideas e imágenes sobre el amor en
la poesía latina tardía" per iniziativa congiunta dell'Universidad Pablo de
Olavide e dell'Universidad de Sevilla. Le generali coordinate della metodologia d'analisi sono assicurate dalla
specifica competenza dei curatori sulla tematica amorosa: in questo ambito
infatti Moreno Soldevila ha diretto il "Diccionario de motivos amatorios
en la literatura latina" ("siglos III a.C.-II d.C") (Huelva 2011) e, insieme
a J. Martos, ha curato pochi anni dopo la miscellanea "Amor y sexo en la
literatura latin"a (Huelva 2014). Dall'impostazione e dai risultati degli
studi e delle ricerche qui pubblicate ci si rende conto anzitutto che i motivi
amatori indagati e presenti nei testi analizzati sono in sostanza quelli
ricorrenti nei prodotti letterari d'età classica e per così dire autorizzati dalla
tradizione poetica; ma altresì risulta chiara da parte dei letterati d'età tarda
la tendenza a rivedere tali motivi nella più generale reinterpretazione che
investe la fenomenologia dei generi letterari. Il dato saliente è la continuativa
attualità dei "topoi" di tradizione, nonostante le variazioni, anche significative,
intervenute nell'ambiente socio-culturale - si pensi, tanto per fare un esempio
evidentissimo, alla diffusione del cristianesimo e del conseguente mutamento
dell'etica amorosa e sessuale - e in particolare in quello letterario, non soltanto
di tradizione latina, come mostrano i sensibili influssi dell'epigramma greco
d'età imperiale nell'immaginario amoroso poetico. Insomma i contributi, nella loro varietà contenutistica, sono coerenti
nell'evidenziare la sostanziale versatilità della topica erotica, come se si trattasse
di un patrimonio del tutto letterario, un consapevole elemento dell'"ornatus"
poetico, che il letterato utilizza per raggiungere determinati effetti di contenuto
e stile. Nello stesso tempo lo scopo è quello di collocarsi volutamente in una
tradizione che si forma in un'età - quella augustea - i prodotti letterari della
quale ricevono facilmente lo statuto di "auctoritas" indiscussa in ogni campo.
Nella poetica tardoantica dell' "incrocio dei generi" identificare questi "topoi"
e selezionarli come costitutivi di una determinata forma di comunicazione
poetica rappresenta insieme un'operazione letteraria in senso ampio, che
connota il rapporto fra poeta e il suo pubblico, e un adeguamento della tecnica
poetica, che allude agli "auctores" riproponendo un'"imagérie" convenzionale in
un nuovo contesto e alla ricerca di nuovi esiti espressivi. Così, agli occhi dei contributori di questo volume, la tradizione erotica
latina si dispiega con una sostanziale continuità, ma nello stesso tempo
aiuta a percepire le peculiarità della poetica tardolatina da un lato in
termini di allusività e di recupero della tradizione e, d'altro lato, nei suoi
caratteri identificativi inclini a ricollocare gli elementi di quella tradizione
in un nuovo assetto letterario: insomma come se un codice poetico venisse
ereditato e riscritto nella prospettiva di una nuova realtà comunicativa,
dichiaratamente in continuità ma di fatto dotata di peculiarità riconosciute
ormai definitivamente dalla critica. Se questa è l'impostazione comune ai contributi, possiamo valorizzare
adeguatamente anzitutto l'intervento di R. Moreno Soldevila, "El amor y
la edad en las" Églogas "de Nemesiano" (pp. 13-35), che mostra un assunto
fondamentale della poetica tardoantica, e cioè la permeabilità dei generi
(nel caso in esame poesia pastorale ed elegia), studiando il rapporto fra
amore, età e canto poetico quale filo conduttore della poesia di Nemesiano
in cui è evidente l'attenzione per modelli come Catullo, Virgilio, Tibullo,
Ovidio, ma anche Marziale e l'"Antologia Palatina" S. Mattiacci si occupa
poi dell'epigrammatica ludica ausoniana alla ricerca di consapevoli marche di
genere in tre testi prefatori, lavorando sulle scelte metriche, sull'intertestualità
e sul lessico e reinterpretando la poetica del "lusus" alla luce delle scelte del
poeta che lo riqualifica in senso erotico ("Le prefazioni della Bissula di
Ausonio: nuove strategie difensive per una raccolta di versi leggeri - ed
erotici", pp. 37-59). L'epitalamio claudianeo per Onorio e quattro fescennini
vengono analizzati da G. Laguna Mariscal per documentare l'uso personale
e programmatico di una topica erotica presente in modelli come Catullo e
Stazio con riferimenti all'ideologia romana di tradizione in riferimento ai
concetti di "mos e vir" ("Erotismo de aparato: la temática amatoria en la
poesía epitalámica de Claudiano", pp. 61-95: il titolo allude alla valutazione
di "lirismo d'apparato" da parte di P. Grimal nel suo "Le lyrisme à Rome",
Paris 1978)1. All'"Antologia Latina" e a un simbolo erotico di ogni tempo
rivolge la propria attenzione F. Socas con "Realidad y simbología de la rosa
en algunos poemas de la Anthologia Latina" (pp. 97-141): un'operazione
di confronto tematico in poeti come Draconzio, Lussorio e Reposiano che
giunge fino a testi moderni e contemporanei con qualche suggerimento
di lettura. Un'esperta di poesia draconziana come H. Kaufmann (sua
l'importante edizione commentata della "Medea", Heidelberg 2006) esamina
la varia fenomenologia delle "Images of love in Dracontius" (pp. 143-160) nei
due epitalami, nei "Romulea" e nella "Orestis tragoedia", nelle variazioni che
riguardano l'amore paterno, romantico, innaturale, sessuale e perfino quello
nei confronti degli amici e della divinità, su cui domina costantemente Cupido
interpretato dal poeta come principio universale. M. Librán Moreno classifica
le fonti greche appartenenti a generi diversi - dalla storiografia ellenistica
all'epica storica ed ellenistica, dai racconti eziologici alla tragedia classica -
presenti alla memoria letteraria dell'anonimo autore dell'"Aegritudo Perdicae"
("La multiplicidad genérica" de Aegritudo Perdicae "a la luz de la literatura
griega", pp. 161-200): agli occhi della contributrice l'anonimo ha accesso a molti
testi greci ed è proprio dal punto di vista della letteratura e dell'immaginario
greco che si può impostare una ricerca in merito al "espinoso asunto" delle
fonti del componimento, non sempre identificabili con certezza. Al secondo
Curatore del volume, J. Martos ("Arte y pornografía en los epigramas de
Enodio: Pasífae y el toro", pp. 201-211), dobbiamo una nuova analisi di un
ciclo di epigrammi ennodiani a suo tempo già studiati da D. Di Rienzo nel
2001, un tipico esempio di componimenti ecfrastici: da apprezzare la nuova
traduzione con aggiornamento bibliografico riguardante soprattutto titoli
generali sulla poesia del VI secolo. Chiude la serie il contributo di J. L. Arcaz
Pozo, "El relato de los amore de Maximiano y el c?digo de la elegía" (pp.
213-244), che propone una lettura delle elegie II-V segnalando innovazioni
di codice che ritrovano nell'"Antologia Palatina" ma anche in generi diversi,
come la satira, e documentando così il consapevole mutamento della topica
elegiaca rispetto all'assetto augusteo per adeguarsi alla situazione personale
(reale o immaginaria) del poeta. Il volume riporta in chiusura la bibliografia
unificata, l'indice generale e l'utile" index locorum". Nella varietà dei contributi e nella differenza di scuola rappresentata dai
contributori il volume mostra una spontanea organicità, che è data anzitutto
dal metodo d'analisi, cioè privilegiare la lettura intertestuale e seguire linee
di sviluppo e voluta variazione, e poi dall'ambito di ricerca, cioè selezionare
autori e testi di evidente referenzialità nei confronti dei modelli poetici
di età classica. Un elemento di sicuro interesse consiste insomma nell'aver
documentato da una particolare angolatura la letterarietà della poesia
tardoantica: la topica amorosa si dimostra un buon punto di osservazione per
seguire l'evolversi della sensibilità dei poeti fra III e VI secolo, se prendiamo
come estremi dell'indagine rispettivamente Nemesiano e Massimiano, e per
così dire la fedeltà a un codice fondamentalmente condiviso anche a distanza
di secoli. Certamente l'apertura dei sondaggi alla produzione di contenuto cristiano,
anch'essa capace di un sostanziale recupero di motivi classici (basti pensare
alla mitologia e alla sua presenza in chiave allegorica e ornamentale) ed essa
stessa soggetta a variazioni anche significative nell'arco cronologico indagato,
potrà garantire in prospettiva una visione completa del panorama poetico.
Ma il presente volume, nel collaudare in certo senso i criteri metodologici e di
ricerca, costituisce un significativo punto di partenza per ricerche successive
anche da questo punto di vista. Fabio Gasti
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