Hans-Christian Günther

Zwei Liebesgedichte vom Ausgang der lateinischen Antike

Ausonius' Bissula und das Pervigilium Veneris

Studia Classica et Mediaevalia, Band 15

Rezension


Autore di studi importanti sulla poesia lirica greca e latina, sul teatro e la filosofla greci, suIl'elegia latina, Hans Christian Günther si propone in questo agile volurnetto come 'divulgatore' di due testi significativi della poesia erotica tardolatina: la Bissula ausoniana e l'anonimo Pervirgilium Veneris. Una breve prefazione (11-14) introduce il lettore in quella vivace etä di passaggio dal vecchio al nuovo rnondo che fu il IV secolo d.C., che ebbe in personaggi come Ausonio, Prudenzio e Claudiano (pur molto diversi per generi praticati ed ispirazione) i suoi poeti piü iilustri; anticipa brevernente il filo conduttore del lavoro (Bissula e Pervirgilium Veneris rappresentano il 'ritorno' alla poesia d'amore, che si era esaurita con la produzione di etä augustea, ma con significative novità); chiarisce che questo studio non ha alcuna pretesa scientifica, ma persegue essenzialmente come obiettivo la possibilitä di avvicinare un pubb!ico piü vasto di quello degii specialisti a due testi poetici di straordinario livello.

L'introduzione alla Bissula (15-29) ripercorre brevemente la vita di Ausonio e ricorda componimenti a carattere erotico utili a mettere in luce la capacitä dell'autore di coniugare retorica e sentimento: in primo Iuogo l'epitafio per l'amata consorte Sabina (parent. 9), gli epigrammi 14, 19 e 20 Green, e anche il Cento Nuptialis e il Cupidus crociatus. Nelle pagine dedicate al ciclo per la giovane e beilissima Sueba,.. virgincula (praef 2) - sei brevi componimenti polimetrici (l'ultimo dei quali incompleto), preceduti da un'epistola dedicatoria all'amico Paolo.- l'A. non manca di mettere in luce per un verso il tono elevato, erudito e al tempo stesso ludico di questi componimenti, per l'altro la situazione psicologica di un uomo, da tempo vedovo, attratto da una giovane 'esotica' cui ha insegnato la lingua latina. Un mix di tradizione e autobiografla, dünque, in cui topoi elegiaci si mescolano con la realtà: lo charme di Bissula ("kleine Wildkatze") è nella sua stessa natura 'selvaggia' e Ausonio riesce a descrivere la propria attrazione "con una grazia incomparabile" (26). A ragione l'A richiarna quella che von Albrecht definiva "Personlichkeitsdictung", insieme alla tradizone della lirica e dell'elegia erotia di Catullo, Orazio, Tibullo e Properzio, rivissuta in modo nuovo dal poeta di Bordeaux, che riesce a 'liberare' il dato personale taciuto nell'elegia E Günther individua e illustra il sentimento che segna questi brevi carmi pura gioia e anche l'orgoglio del poeta per essere riuscito ad educare la fanciulla barbara È la rivisitazione del foto topos dell'uomo maturo che si invaghisce di una donna più giovane e cerca di 'educarla', che ha conosciuto e conosce infinite declinazioni e che nella Bissula ha un tratto 'leggero', senza alcun riferimento al tormento che,può nascere dalla differenza di età o dalla opportunità di rinunciare alla relazione. E proprio in questa capacità di trasformare in arte gli eventi della vita quotidiana, l'A. - che cita a tal proposito gli scritti di Goethe e Schiller, e la musica di Mozart e Beethoven- riconosce il tratto distintivo della poesia della Bissula.

Ascrivibile al IV sec., ma di incerta paternità (G. non ne condivide l'attribuzione a Tiberiano, secondo l'ipotesi di Baeherens, ripresa di recente da Cameron), II Pervirgilium Veneris ha caratteri opposti a quelli della Bissula: al sentimento esplicito e schietto di Ausonio, si contrappone infatti l'atmosfera misteriosa e indefinibile (che potrebbe trovare un paragone in ambito müsicale con le composizioni di Schubert) di una festa di Dione 'annunciata' per l'indomani da un refrain (Cras amet qui numquam amavit quique amavit cras amet) che inaugura, conclude e scandisce i 93 tetrametri trocaici. Una 'promessa' di gioia e di amore (un amore che è sia forza creatrice dell'universo, sia sentimento personale) da cui tuttavia il poeta si sente escluso: è il silenzio, infatti, l'incapacità di 'dire' e iI desiderio che tale situazione cessi a chiudere il carme (vv. 89-92, Ille cantat, nos tacemus ‚ quando ver venit meum? / Quando? Fac iam, tu chelidon, ut tacere desinam. / Perdidi Musam tacendo, nec me Phoebus respicit. / Sic Amyclas, cum tacerent, perdidit silentium). Anche in questo caso, l'A. non manca di segnalare sia la tradizione poetica ben presente in questi versi di "straordinaria qualità" (p 34): Lucrezio, Orazio, gli elegiaci, soprattutto; sia la loro onginalità: la mancanza di un vero e proprio contenuto, infatti, rende il componimento straordinariamente 'moderno' e, a tal proposito, G. cita il poeta greco Seferis che parla di "Dichtung ohne Logos" (44).

Alle due Introduzioni, seguono i testi in latino e in traduzione (in versi, sempre accurata ed efficace), con apparato critico che - come è naturale in un testo destinato ad un pubblico ampio - è ridotto aIl'essenziale (47-63: Bissula; 65-79: Pervirgilium Veneris); allo stesso modo le note (81-84 alla B.; 85-91 al P. V.) hanno carattere esplicativo, utile ausilio per il lettore non specialista, anche la bibliografia infine (93-94) persegue lo scopo di avvicinare questa tipologia di destinatario alle tematiche evocate.

L' 'operazione' che Günther ha inteso portare a termine con questa agile pubblicazione riveste grande interesse e può rappresentare un modello per studi futuri. Che la tarda antichità abbia una propria identità' e sia contraddistinta da caratteri per un verso antichi e per l'altro peculiari del mondo che verrà, è convinzione ormai ampiamente diffusa tra gli specialisti, e che trova riscontro in ogni arnbito; dall' architettura alle arti figurative, alla produzione letteraria. Individuare in scritti di età tarda come la Bissula e iI Pervirgilium Veneris l'eredità della tradizione e la marca di una nuova sensibilità significa non solo riconoscere il momento di 'passaggio' tra età profondamente diverse, ma anche essere consapevoli della genesi lontana di sensibilità e mentalità che giungono fino a noi. Da questo punto di vista, la capacità dell' A. di porre i testi antichi in relazione con la letteratura moderna, la filosofia e la musica rappresenta sicuramente un elemento di grande interesse e forte attrazione verso queste testimonianze anche da parte dei non specialisti.

Alieno da tecnicismi, da studioso raffinato, Günther in questo opuscolo guida, attraverso un percorso accattivante e 'leggero', chiunque sia interessato alla storia della letteratura europea alla scoperta di testi indubbiamente affascinanti, come può esserlo in ogni tempo la 'declinazione' dell'esperienza amorosa e del modo di esprimerla.

Stefania Santelia


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